Il FAI a Napoli “Curiamo il patrimonio raccontandolo” - il case study de L’Oro di Capri

La valorizzazione del patrimonio con il titolo: “Curiamo il patrimonio, raccontandolo” è stato il tema al centro del XXVIII Convegno Nazionale FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano organizzato a Napoli, al Teatro Bellini, il 24 e 25 febbraio, rivolto ai suoi Delegati e Volontari provenienti a centinaia da tutta Italia.

Nell’interpretazione del FAI, la valorizzazione del patrimonio non consiste in uno sfruttamento economico, ma nell’individuare il valore culturale dei beni e nel raccontarlo al pubblico. Si tratta cioè di riconoscere e far riconoscere a tutti quel patrimonio immateriale, unico e originale, di identità e significato, che risiede nella Storia intrecciata con la Natura di un luogo.

Sempre in tema di valorizzazione, nel pomeriggio di sabato 24, a Palazzo Gravina, si sono tenuti diversi laboratori per raccontare dei casi specifici di impegno nella tutela del patrimonio. Tra essi vi è stato l’intervento del dott. Lelj Garolla che ha parlato del case study dell’Associazione L’Oro di Capri. Il dott. Lelj, coordinatore dell’associazione di olivicoltori di Anacapri, ha raccontato del lavoro capillare fatto sui terreni a macchia di Anacapri per recuperare centinaia di oliveti abbandonati alla macchia, illustrando come è stato costruito ad hoc il progetto di valorizzazione cercando di far convivere la macchia mediterranea con gli alberi di ulivo nella fascia olivetata della costa sud ovest dell’isola di Capri, tra la Grotta Azzurra e il Faro.

Ha dichiarato il dott. Lelj: “Il lavoro iniziale è stato quello di coinvolgere la comunità di agricoltori nel recupero degli oliveti abbandonati, poi si è iniziato a lavorare con i bambini e con le scuole, facendo la merenda negli uliveti o creando concorsi a premio attraverso disegni o testi scritti. Un’altra attività importante sono state le feste in campagna, nel verde, il più delle volte con pane e olio, dove l’ingrediente di base era la salubrità della merenda che ha portato a educare ad un prodotto di qualità come il nostro olio. Un progetto molto importante, seguito dal Presidente de L’Oro di Capri, Pierluigi Della Femina, in collaborazione col comune di Anacapri è stato il progetto ‘Mamma Evo’ per dare alle neo-mamme l’olio evo ed educare già dalla fase dello svezzamento i neonati ad un sapore naturale. Abbiamo fatto anche il gelato al cioccolato con olio evo”.

“Abbiamo scoperto, inoltre, grazie al coinvolgimento di ricercatori del CNR di Perugia, la presenza ad Anacapri di ulivi plurisecolari che avevano una relazione genetica con varietà coltivate in Grecia, soprattutto nell’isola di Creta”.

Ha concluso il dott. Lelj: “Oggi L’Oro di Capri è una realtà concreta, conosciuta anche dai turisti che vengono a soggiornare sull’isola. L'olio si può ritrovare nei ristoranti migliori e viene richiesto dagli stessi visitatori che vogliono assaggiare un prodotto interamente realizzato a Capri”.

PROGRAMMA CONVEGNO

Il Mattino - Il Fai riparte da Napoli

ANSA - Progetto degli antichi oliveti di Anacapri presentato al FAI

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Ecco gli ulivi plurisecolari di Capri: hanno dai duecento ai mille anni di età

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Farmers on small Italian islands restore ancient groves and local production