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L’Oro di Capri è un progetto virtuoso di sviluppo sostenibile volto a recuperare l’antica vocazione di Anacapri alla coltivazione dell’olivo, con l’obiettivo di tutelare il paesaggio e produrre un olio extra vergine di qualità eccellente

Ogni anno nuovi alberi di olivo vengono rimessi in produzione, recuperando gli elementi caratteristici del paesaggio rurale caprese.

Il disciplinare di produzione dell’Associazione è molto rigido e consente la coltivazione solo con metodi biologici.

L’intera comunità viene coinvolta in attività volte alla difesa della natura.

L’olivo, storicamente, è parte integrante dell’isola di Capri e la sua coltivazione risale a tempi remoti.

Un tempo su tutta l'Isola di Capri l'attività dei frantoi era molto diffusa: solo ad Anacapri c'erano più di 10 macine. Gli olivi crescevano rigogliosi soprattutto nella valle di Mesola e lungo la Migliera. Ma quando l’economia dell’isola ha cominciato a vivere la grande stagione del turismo, gli olivi hanno finito per perdersi immersi nel verde della macchia mediterranea.

Ma nel 2014, grazie ad alcuni appassionati, inizia la riscoperta ed è la rinascita.
Oggi Anacapri è parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e ogni settembre è la stagione della raccolta delle olive; una festa che raccoglie un’intera comunità che ritrova l’orgoglio delle proprie radici.

L’Associazione

LE ORIGINI DEGLI OLIVI A CAPRI

L’Associazione ha commissionato al CNR IBBR di PERUGIA uno studio per determinare l’origine degli olivi presenti sull’isola di Capri.

Le analisi genetiche effettuate hanno evidenziato che le piante di olivo dell’isola di Capri provengono da antiche coltivazioni la cui origine è nell’est del Mediterraneo. I dati ottenuti hanno mostrato una stretta relazione genetica con varietà coltivate in Grecia, soprattutto nell’isola di Creta.

Altri due campioni analizzati presentano un rapporto genetico con la cultivar turca Ayvalik.

Questo studio ha anche certificato la presenza di ben 7 varietà sconosciute, la cui identità genetica non corrisponde a nessuna cultivar tra quelle inserite nel database internazionale.

La datazione al radiocarbonio dei 7 esemplari monumentali ha messo in evidenza un’età delle piante che va dai 100 ai 550 anni.

L’olivo quindi, storicamente, è parte integrante dell’isola di Capri e la sua coltivazione risale a tempi remoti.

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